Santità femminile, santità ecclesiastica

Author: 
Leonardi, Claudio
Bibliography: 
It belongs to: 
Agiografie medievali
Curator: 
Degl'Innocenti, Antonella - Santi. Francesco
Collection: 
Millennio medievale 89
Publisher: 
SISMEL. Edizioni del Galluzzo
Place of publication: 
Firenze
Year: 
2011
Pages: 
471-6
Notes: 
Sottocollana: Strumenti e studi 28
Abstract: 

Lo studio è apparso per la prima volta in Il movimento femminile in Umbria nei secoli XIII-XIV. Atti del Convegno internazionale di studio nell'ambito delle celebrazioni per l'VIII centenario della nascita di S. Francesco d'Assisi. Città di Castello, 27-29 ottobre 1982 Perugia-Firenze 1984 pp. 19-26 (MEL VIII 2961). La perfezione per il cristianesimo è un fatto che attinge alla trinità: è infatti vedere il Padre, nell'immedesimazione al Figlio, per mezzo dello Spirito Santo. Si tratta comunque di un'esperienza che implica anzitutto la pienezza umana ma, proprio per questo, anche il coinvolgimento di aspetti affatto estranei, gratuiti, metastorici, tali da modificare e vincere la storia anche quando, per paradosso, ne sono sconfitti. L'agiografia prima di tutto racconta questi concetti, come le è proprio, da genere letterario qual è, con il ricorso a «modelli storicamente fruibili»: piuttosto che paradigmi da imitare, immagini, eventi e persone, non necessariamente reali (sebbene in molti casi lo siano), in grado comunque di essere rappresentativi, a metà strada tra il desiderio, l'autocoscienza e la possibilità di realizzazione concreta. Se dunque la santità non ha aggettivi, ne hanno invece le figure create per narrare l'evoluzione del rapporto tra uomo e Dio nel tempo. Allora è possibile declinare il termine al femminile, più che per l'alto medioevo, per l'età dopo il Mille e soprattutto a seguito di Francesco d'Assisi. Il suo lascito più autentico fu la scoperta del volto divino nel lebbroso, ovvero nella dimensione della sofferenza che è presente nell'umanità; la clericalizzazione dell'Ordine fu solo un modo per occultare e difendere un rivoluzionario messaggio, capace di superare la cerchia dei perfetti (i monaci) per rivolgersi a chiunque, soprattutto i laici; in questo senso la povertà non ha solo un significato letterale, ma più che altro mistico, come unica condizione indispensabile a cogliere l'essenza dell'imitatio Dei. L'aver dunque mancato la comprensione del fondatore da parte dei Francescani ha reso, fin dal XIII sec., alcune mistiche umbre come le sue interpreti migliori; non solo Chiara, sua partner spirituale, ma soprattutto l'omonima santa da Montefalco e Angela da Foligno lo seguirono più dei frati nella decisa scelta laicale e pauperistica. Più tardi, nel Trecento, alla stessa spiritualità aderirono Brigida di Svezia e Caterina da Siena, chiamate entrambe alla profezia. Per valenza ecclesiastica della santità è invece da intendere la rigida limitazione, stabilita dalle alte gerarchie della chiesa basso-medievale, di ogni personalità ed esperienza riconoscibili come sante all'ambito delle strutture clericali: una forzatura che ha provocato, alla lunga, l'isolamento dei mistici e la morte dei profeti. (www.mirabileweb.it)