Esempio di opera prodotta pro anima del committente, la tavola di Ortona offre un'originale raffigurazione del Volto Santo, sia per quanto riguarda la veste e i suoi ornamenti - si noti in particolare il pallio intrecciato sul petto - sia per la rappresentazione del miracolo del menestrello. Rispetto all'icongrafia canonica dell'episodio nel dipinto viene infatti presentato il momento in cui il prodigio è già avvenuto: il beneficato regge nella mano destra la scarpa donatagli dal crocifisso e ha già smesso di suonare. Sebbene non sia noto il nome del committente della tavola, l'opera di Ortona è una testimonianza preziosa della diffusione della devozione per il Volto Santo in Abruzzo, dove giunse forse attraverso Roma, nonché un interessante documento di iconografia musicale del XV secolo.