L'A. analizza la vita religiosa a Sansepolcro da molti punti di vista: l'abbazia di Camaldoli, il vescovado di Città di Castello, gli ordini mendicanti, i laici, sia singoli sia organizzati in confraternite. La documentazione evidenzia come nel corso del tempo numerose altre chiese si affianchino all'abbazia camaldolese di San Giovanni Evangelista, che conservava reliquie della Terra Santa ed era in origine intitolata al Santo Sepolcro e agli evangelisti, e alla pieve di Santa Maria, che era gestita dal clero diocesano del capitolo cattedrale e possedeva un simulacro del Volto Santo. Dal lato politico la prima metà del secolo è caratterizzata da tensioni fra la nascente struttura comunale e l'abate di Camaldoli, che rivendica il diritto di conferma delle magistrature, confermatogli da Innocenzo IV nel 1251. Successivamente emerge qualche conflitto di natura giurisdizionale fra l'abate e il vescovo castellano, che nel 1269 fa costruire l'episcopio presso la chiesa di San Bartolomeo. L'abate fruisce di una serie di immunità concessegli da imperatori e papi sin dal 1017 e soltanto nel 1301 rinuncia ai diritti signorili su Borgo, in cambio di consistenti concessioni fondiarie da parte del comune. A partire dagli anni '30 del XIII secolo si insediano intorno a Sansepolcro gli ordini mendicanti: i frati Minori nell'eremo di Montecasale, gli Eremiti di sant'Agostino e i Servi di Maria, che progressivamente costruiscono conventi entro le mura e soppiantano i Benedettini nel favore della popolazione. In particolare nel 1304 l'affermazione del culto civico del beato Ranieri premia i frati Minori, in un centro in cui la devozione popolare era finora legata quasi esclusivamente ai culti di Maria e dei santi pellegrini-eremiti Egidio e Arcano, i fondatori dell'abbazia, ossia del primo nucleo del centro urbano. I monasteri femminili di Clarisse e Benedettine resteranno nei borghetti fuori delle mura o nell'immediato suburbio. Nella seconda metà del XIII secolo sorgono le confraternite laicali, che appaiono in costante incremento almeno fino al 1348, soprattutto con laudesi e disciplinati. Diffuse sono la reclusione sia maschile sia femminile e l'oblazione nelle sue varie forme sia nei monasteri che negli ospedali. Poco documentato, a differenza di Città di Castello, è il movimento penitenziale. Gli ospedali, concentrati in prevalenza nel centro urbano e quasi sempre amministrati da confraternite, divengono veri e propri enti assistenziali a favore dei poveri, dei malati, di orfani e bambini «gettatelli» e provvedono anche all'assistenza domiciliare, mentre la loro funzione di accoglienza dei pellegrini appare in secondo piano. Un aspetto della devozione popolare sono le donazioni per l'illuminazione o la realizzazione delle immagini sacre. In conclusione, come aveva già osservato G. Casagrande per Perugia, a Sansepolcro si nota una forte espansione e diversificazione della vita religiosa nel secolo XIII, mentre il secolo XIV appare un periodo di consolidamento. (www.mirabileweb.it)
Vita religiosa a Sansepolcro tra XIII e XIV secolo (1255-1350)
Tipologia:
Livello Bibliografico:
Fa parte di:
Il Beato Ranieri nella storia del francescanesimo e della terra altotiberina: atti del convegno internazionale di studi, 14-15 maggio 2004
Curatore:
Polcri, Franco
Editore:
Comitato per le celebrazioni del VII centenario della morte del beato Ranieri dal Borgo
Luogo di Edizione:
Sansepolcro
Anno:
2005
Pagine:
pp. 135-180
Abstract: