Iconografia di Girolamo Savonarola 1495-1998 Firenze

Tipologia: 
Autore: 
Sebregondi, Ludovica
Livello Bibliografico: 
Numero: 
19
Collana: 
Atti e documenti
Editore: 
SISMEL. Edizioni del Galluzzo per la Fondazione Ezio Franceschini
Pagine: 
LXXXI-598
Abstract: 

Il volume è il frutto di un decennio di studi dell'A. e si presenta come un repertorio di 559 immagini prodotte tra la fine del XV sec. ed il 1998: per ogni raffigurazione si dà la data di realizzazione, il nome dell'autore quando possibile, il luogo in cui è conservata, la trascrizione dell'iscrizione, quando presente, ed una descrizione dell'immagine stessa, con riferimenti storici ed artistici. La maggior parte delle effigi savonaroliane nasce, per quanto riguarda i caratteri fisionomici del frate, da un modello che è venuto a crearsi da quattro prototipi, descritti nella prima sezione del volume «Quattro ritratti prototipo (e una replica)»: le due tavole di Fra Bartolomeo (1473-1517), la gemma di Giovanni delle Corniole, più la replica di questa, ed una medaglia di Ambrogio Della Robbia. Le prime due raffigurazioni, conservate entrambe nel Museo di San Marco di Firenze, riportano il volto del frate, la prima di profilo ed incappucciato, la seconda come san Pietro martire, esaltano l'acutezza dell'espressione mettendo in risalto alcune caratteristiche del volto quali il naso ricurvo, le sopracciglia folte ed il labbro inferiore pronunciato; nella seconda tavola Savonarola è raffigurato con il capo scoperto per mostrare la ferita sanguinante: in questa tavola, risalente agli anni 1508-1510, l'immagine del frate è maggiormante idealizzata rispetto all'altra - eseguita probabilmente subito dopo la morte di Savonarola - anche per avvicinare l'immagine del predicatore a quella di un santo ufficiale. Le altre sezioni tipologiche del volume - «La fortuna di una immagine: il Supplizio»; «Savonarola come personaggio storico»; «Santo o beato e martire»; «Eretico»; «Precursore della Riforma» - traggono spunto dal gran numero di raffigurazioni di episodi noti della vita del frate, quali la confessione di Lorenzo de' Medici, il supplizio in piazza della Signoria, il rifiuto del cardinalato, oppure quelle che lo ritraggono nelle sue occupazioni principali cioè la preghiera e la predicazione. Da segnalare è il capitolo ottavo «Raffigurazioni rappresentative e identificazioni errate», dove accanto alle identificazioni errate, che vedono in personaggi, quali il cavaliere de Il cavaliere, la morte e il diavolo di Albrecht Dürer, il ritratto di Savonarola, si trovano quelle che Ridolfi definì le «raffigurazioni rappresentative», cioè immagini in cui si allude al Savonarola pur non ritraendolo direttamente: a questa categoria appartiene sicuramente la Natività mistica di Sandro Botticelli, dipinta nel 1501 e oggi conservata alla National Gallery di Londra. Nella scheda dell'opera l'A. elenca gli elementi che testimoniano la vicinanza di Botticelli alle tematiche savonaroliane e descrive l'iscrizione superiore in greco, la cui interpretazione resta ancora incerta. Le altre sezioni, di tipo cronologico - «Rinascenza iconografica di Savonarola nell'Ottocento»; «Persistenze novecentesche» - rendono conto dell'ampia diffusione di immagini di Savonarola nel XIX e nel XX sec., una diffusione che andò di pari passo con la produzione storiografica sulla Firenze quattrocentesca e sulle vicende che opposero il ferrarese al papa Alessandro VI. L'ultima sezione si intitola «Opere perdute, in ubicazione sconosciuta e ritratti letterari». Nell'introduzione l'A. ricorda alcune figure che hanno raccolto edizioni ed immagini savonaroliane: Carlo Capponi (1831-1865), Emmanuel Ceslas Bayonne (1832-1885) e Luigi Napoleone Cittadella (1806-1877). (www.mirabileweb.it)